Un salto nel passato…
Nel 1909 (60 anni prima il famoso sbarco del primo uomo sulla Luna nel 1969), il tedesco Karl Nessler aveva già portato a una svolta per tutti i coiffeur.
Certo un tempo (soprattutto le donne) si tendeva a prendersi cura personalmente della propria capigliatura e la soluzione di Nessler non fu che un grande aiuto proprio in questo.
Egli, parrucchiere tedesco già inventore della permanente, inventò i famosi bigodini per capelli, quegli oggetti che dai vecchi ai giovani, a tutti sono ormai noti.
La permanente nacque nel 1906, qualche anno prima della nuova scoperta e si diffuse in tutta Londra, dove Nessler viveva e lavorava e, grazie ai bigodini per capelli, non fece che essere perfezionata quale tecnica per arricciare i capelli.
Nella loro prima versione i bigodini per capelli erano delle specie di antenati dell’attuale piastra che ogni ragazza possiede nella propria casa e di cui periodicamente fa uso per modellare i capelli.
Infatti, come la piastra moderna, sfruttavano la forza modellante del calore. Si trattava di barrette di metallo che venivano riscaldati su una fiamma, prima di essere applicati alla capigliatura.
I capelli, inoltre, venivano trattati con un composto a base di idrossido di sodio.
Una volta avvolte tutte le ciocche di capelli attorni a queste diverse barrette di metallo, bisognava tenere la posa per circa 10 minuti, tempo necessario perché l’azione congiunta del calore e dei composti chimici assicurasse un’ondulazione il più possibile “permanente”.
È chiaro che la pratica, nonostante i numerosi studi fatti e le sperimentazioni, risultava ancora molto dannosa per i capelli (come lo sono a lungo andare perfino le attuali piastre moderne).
Le conseguenze non solo portavano alla bruciatura dei capelli, ma spesso anche alla rottura dalla radice e dunque alla loro perdita (non per nulla questo tipo di permanente veniva definita a caldo).
Solo dopo nuove sperimentazioni, la tecnica dei bigodini cominciò ad essere meno rischiosa, a garantire maggiore sicurezza e a diffondersi notevolmente presso parrucchieri e le case delle persone che anche da soli potevano ottenere, con questi piccoli attrezzi, un’acconciatura perfetta.
Negli Trenta e Quaranta si passò così a sistemi di permanente meno aggressivi che non prevedessero l’uso del calore (la cosiddetta permanente a freddo).
Ancora negli anni Sessanta si diffusero i bigodini di metallo avvolti in retine, e qualche decennio dopo di velcro, riscaldati dentro il casco.
In seguito nacquero e si diffusero i bigodini di plastica che tutt’ora usiamo.
Questa volta i rotolini (di diversa grandezza a seconda delle necessità) si applicano sulla ciocca preferibilmente a capelli bagnati, così che, dopo l’asciugatura la forma resti quella a ricciolo.
Di recente: i bigodini termici
I bigodini sono tornati di moda, dunque, nella loro forma in plastica meno aggressivi per la cute e per il capello che con il calore per forza tendeva ad indebolirsi e a bruciarsi.
Questi strumenti simulavano perfettamente le moderne piastre e Babyliss che si basano sempre sul principio del calore che modella.
Ma non è tutto: l’ultima evoluzione in questo settore ha portato a un notevole miglioramento della tecnica dei bigodini, rendendo tutto il tutto più semplice.
I bigodini termici sono l’ultima invenzione e ormai le donne di tutto il mondo (specie di coloro che hanno chiome piuttosto lisce o un po’ arruffate) dovrebbero provare.
Per la verità, questa tecnica si diffuse già negli anni Ottanta quando nacque come una vera e propria rivoluzione. Fu un operaio di una fabbrica di materie plastiche a ideare, realizzare e brevettare i primi bigodini termici.
Essi hanno una struttura liscia e stretta e formano ricci piccoli.
Il loro utilizzo è molto semplice, basta che si immergano i bigodini in acqua, si facciano bollire e si applichino ai capelli per circa 5 minuti. Il ricciolo sarà pronto!
Anni dopo venne anche brevettato negli Stati Uniti D’America un altro tipo di bigodino dalla forma cosiddetta “a fusillo”. Era di dimensioni maggiori per l’effetto boccolo.
Negli ultimi anni i bigodini termici si sono diffusi nelle nostre case grazie alle nuove tecnologie, alla loro efficacia e alla grande richiesta.
Prima dell’acquisto, è possibile trovare una tabella comparativa sul sito Bigodini Termici per decidere quale tipologia faccia al caso proprio, confrontando le caratteristiche.
Vediamo nello specifico il loro utilizzo
Bisogna avere a disposizione il seguente materiale:
Una pentola di acqua bollente, una presa di corrente, dei becchi per capelli, un pettine, i bigodini termici.
Togliete innanzitutto la reticella di plastica che serve a fissare i capelli sul bigodino. Immergeteli in acqua bollente e lasciateli bollire per 5 minuti.
Per applicarli, arrotolate le ciocche di capelli e fissatele attorno al bigodino termico con l’apposita reticella.
Teneteli in posa per 5 minuti se desiderate una ondulazione moderata e naturale, 10 se desiderate una piega più strong.
La versione ancora più moderna dei bigodini termici è costituita da un apposito contenitore riscaldante a temperatura controllata che può essere collegato a qualunque presa di corrente.
Arrivati alla giusta temperatura, la spia cambia colore e i bigodini sono pronti per essere applicati.
Ciò che rende più semplice il loro utilizzo è la parte superiore fredda del bigodino che permette di toccarli con le dita senza bruciarsi.
Dopo aver arrotolato i capelli, vanno fissati con delle clips (rivestiti in Teflon o in ceramica), normalmente in dotazione, mollette della stessa grandezza del bigodino, che lo ricoprono interamente.
Si può decidere di applicare i bigodini solo su poche ciocche oppure su tutta la capigliatura. A fine processo è utile fissare il tutto con uno spray fissante.